Il culto di San Gennaro nelle Americhe
Uno dei motivi dell’enorme diffusione che ha avuto il culto di San Gennaro nel mondo, testimoniata anche dalla stima del Vaticano che ha contato in oltre 25 milioni i devoti e che ancora oggi vede la processione di San Gennaro il 19 settembre di ogni anno a New York, a Los Angeles, a Rosario in Argentina, a San Paolo del Brasile, a Chicago, a Toronto, a Melbourne, a Sidney e nei luoghi più disparati della Terra, lo si deve soprattutto a causa dell’immane tragedia che si è consumata alla fine dell’ottocento: l’emigrazione. Il più grande esodo della storia moderna. San Gennaro è festeggiato anche in America: sono 11 giorni di festeggiamenti in onore del Santo nella Little Italy di New York: processioni religiose, sfilate colorate, manifestazioni musicali e una grande scelta di prelibatezze alimentari di origine etnica, dal 10 al 20 settembre di ogni anno. Una festa talmente importante che porta il mondo a Little Italy e Little Italy nel mondo. Festeggiamenti in grande stile per San Gennaro, interamente dedicati alla comunità italiana di New York per mantenere vivo lo spirito e la fede dei primi immigrati italiani.
La “Saint Gennaro Foundation of Boston” ha fatto realizzare in Italia un busto di bronzo dorato del santo ispirato a quello venerato nella Real Cappella del Duomo partenopeo per testimoniare il rapporto di devozione e di fede verso il Santo Patrono di Napoli e gli italoamericani a Boston, che è stato benedetto da Papa Francesco in piazza San Pietro.
San Gennaro è amato in Brasile, ove la comunità italiana lo celebra, con una festa nel quartiere Mooca di San Paolo. Questa festa è arrivata alla 39ª edizione. Ogni sabato e domenica di settembre la parrocchia San
Gennaro ospita circa 10.000 persone, che vanno ad assaggiare le delizie italiane e rendere omaggio al Santo. Se durante i festeggiamenti rivolti al Santo in America, tanti flussi turistici sbarcano provenienti da vari territori del mondo sul territorio americano cosa si verificherebbe a Napoli se si riproponesse l’antica festa del Santo Patrono riportandola ai fasti dei tempi passati (vedi Cinegiornale del 1950 dell’istituto LUCE). Le strade si riempirebbero di turisti, gli alberghi sarebbero stracolmi e per svariati giorni. Napoli in quegli otto giorni diventerebbe centro di attrazione mondiale in nome del suo Santo Patrono che oltre a rendere felici i suoi fedeli con la liquefazione del sangue, avrebbe notevole impatto sull’immagine e sull’economia della città.